Il contesto sempre più turbolento e caratterizzato da continui mutamenti richiede alle organizzazioni una grande “energia” necessaria per adattarsi e per essere in linea con le continue richieste di cambiamento. L’energia diventa così per le persone, fattore abilitante perché favorisce le spinte verso le trasformazioni e i processi di adattamento, accompagnando gli individui e le organizzazioni a compiere i salti necessari. Sono le persone la “fonte” energetica, tanto più se guidano le organizzazioni con la prassi più che con le procedure, ovvero attraverso azioni di allineamento e adattamento continue e continuative che nascono dalle esigenze del momento. Gli imprenditori e i managers in particolare diventano le figure chiave per guidare questi processi a patto che acquisiscano e potenzino le necessarie competenze.

Le organizzazioni del futuro saranno sistemi sempre più aperti, complessi ma nello stesso tempo con una struttura molto semplice ed efficace. Saranno strutture influenzate dal contesto esterno in continuo movimento: vulnerabile, complesso, incerto e ambiguo. In questo scenario le imprese non sono più in grado di definire strategie di lungo periodo ma unicamente linee guida che potranno rivedere ogni anno per stabilire i più importanti traguardi e per individuare obiettivi e KPI misurabili in tempi sempre più ridotti (ogni trimestre oppure addirittura mensilmente). Le strategie diventano così “schemi di gioco” che vanno adattati alle richieste del momento, ai mutamenti anche repentini del mercato, all’ingresso di nuovi player, alla ricerca di economie di scala con i fornitori e le forniture, alle esigenze degli stakeholders che possono determinare e influenzare le scelte aziendali.

Questo esige di adottare un approccio “opportunista” che costringe ad adattarsi continuamente ai cambiamenti in corso, cercando di ottenere sempre di più e sempre migliori risultati, stanti i cambiamenti nelle aspettative di clienti e stakeholders. Ciò esalta l’importanza delle priorità che rivestono un ruolo strategico nell’attuazione degli obiettivi e nella capacità delle persone di individuare risultati sempre più efficaci ed efficienti.

Un approccio di questo tipo potrebbe essere vissuto da un lato in modo “passivo”, ovvero da chi subisce i cambiamenti e non li cavalca, dall’altro in maniera “proattiva” come una continua opportunità di adattare le proprie linee guida alle esigenze del momento per essere attuali, tempestivi e veloci.

Tutto dipende dall’energia che le persone d’azienda possono e vogliono investire. E’ proprio usando la giusta dose di energia che si è in grado di cogliere le opportunità nascoste negli obiettivi, nella risoluzione di un problema o nella ricerca della soddisfazione delle esigenze, poste di volta in volta dai clienti. Siamo in un contesto storico, infatti, che premia la capacità di dare risposte efficaci in tempi brevi, di generare soluzioni creative a problemi complessi, di introdurre azioni risolutive rispetto a criticità che le organizzazioni vivono da tempo. Tutto ciò è spinto dallo sfruttamento dell’energia del momento, coniugata alla capacità di avere una visione chiara e condivisa e dalle altre competenze individuali e di gruppo che aiutano a trovare le giuste coerenze tra: strategie, politiche e priorità. Le energie delle singole persone devono essere finalizzate: inutile chiedere miglioramenti o nuove idee o soluzioni a persone che hanno una bassa energia o addirittura che possiedono energie contrarie; è come chiedere ad un bambino di interrompere i suoi giochi per impegnarsi in un compito gravoso e poco in linea con il suo stato d’animo del momento.

L’energia è una questione personale. O c’è o non c’è. Alcuni stante la propria energia si motivano mossi dalle sfide, dalle stesse difficoltà, che invece affliggono e deprimono gli altri.